La Via della Seta col simulatore di volo
Introduzione
Recentemente ho intrapreso un viaggio virtuale lungo la Pamir Highway utilizzando Microsoft Flight Simulator 2020 (MSFS 2020). Ho seguito un percorso personalizzato che attraversa alcune delle regioni più affascinanti e storicamente significative dell'Asia centrale. Il viaggio, suggerito da un'amica, ha seguito la rotta dall'Afghanistan fino al Kirghizistan, passando per la Pamir Highway. Questo diario di viaggio è suddiviso in sezioni che descrivono le tappe principali del percorso, arricchite da dettagli storici e culturali, nonché screenshot del simulatore di volo.

Per seguire meglio le diverse tappe ho preparato un percorso zoomabile con Google Maps: https://maps.app.goo.gl/TUfnF6ksdB71cyed7
Storia della Pamir Highway
La Pamir Highway, o M41, ha origini militari risalenti alla fine del XIX secolo, quando fu costruita dall’Impero Russo per consolidare il controllo sulla regione durante il "Grande Gioco" contro l’Impero Britannico. La strada fu inizialmente utilizzata per scopi militari e di comunicazione, ma ha acquisito una nuova importanza come rotta commerciale e turistica dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991.
Inoltre, segue in gran parte un antico percorso della Via della Seta, utilizzato storicamente dalle carovane per attraversare le montagne del Pamir, collegando l’Asia centrale con la Cina e l’Europa.
Leggi di più su Wikipedia perché non dovresti mai fidarti di un tizio qualunque che scrive su un post non peer-reviewed.
Sì ero ironico, ma in generale Wikipedia è una buona fonte di informazioni.
Attraversando l’Afghanistan del Nord (circa 3 giugno 2024)
Il viaggio è iniziato a Mazar-i Sharif, una delle città più grandi dell’Afghanistan, nota per la sua splendida Moschea Blu.

Dopo aver creato e importato il piano di volo nel simulatore, l’aereo è decollato verso nord, attraversando un paesaggio desertico roccioso con un’alba mozzafiato di fronte.
Per pianificare il volo ho utilizzato SimBrief, uno strumento gratuito che consente di creare piani di volo dettagliati. Durante il volo, ho usato LittleNavMap per monitorare il percorso in tempo reale, sincronizzato con il GPS simulato.

Attraversare l’Afghanistan del nord è stato come volare su Marte: la vastità del paesaggio desolato e roccioso ha reso l’esperienza affascinante e surreale.
La Sezione in Uzbekistan (circa 9 giugno 2024)
All'inizio del percorso in Uzbekistan, la strada corre lungo il confine tra il deserto e le aree coltivate, offrendo un contrasto affascinante tra i due paesaggi. Mentre il deserto si estendeva a perdita d'occhio, le coltivazioni verdissime si insinuavano nelle aree più fertili, creando una vista spettacolare dall'alto.


Proseguendo verso nord, ho notato una stretta zona fluviale con campi triangolari tra due deserti.

Verso Nord in Uzbekistan (circa 13 giugno 2024)
Proseguendo il volo verso nord, ho raggiunto la fine della valle fluviale, situata poco a ovest di Dushanbe, dove iniziano le montagne aride. A questo punto, la Via della Seta piega a est, costeggiando le montagne e rimanendo nella zona fluviale coltivata, offrendo viste spettacolari e paesaggi variegati.

La Sezione in Tagikistan: Arrivo a Dushanbe (circa 13 giugno 2024)
Volando verso ovest si entra in Tagikistan e si incontra la città di Dushanbe, che è una città piuttosto grande.

Questo inizia il tratto pianeggiante del Tagikistan, caratterizzato da ampie aree urbane e coltivazioni. Dushanbe, la capitale del Tagikistan, è una grande città, qui il link a Wikipedia per saperne di più.
Fine della Sezione Pianeggiante del Tagikistan (circa 13 giugno 2024)
Arrivati ancora più a est, finiamo la sezione pianeggiante del Tagikistan.

Il viaggio prosegue fino alla fine della lunga vallata, con montagne che circondano l'area da tutti i lati, tranne dietro di noi. Qui inizia la salita verso le altitudini più elevate della Pamir Highway, segnando l'inizio di una nuova avventura.
La salita è stata piuttosto improvvisa e decisamente rapida, al primo tentativo non sono riuscito a prendere quota abbastanza rapidamente (volavo molto basso) e mi sono schiantato sulla collina.
Temo di poter affermare: non è stata una cosa rara in questo viaggio, ci sono diversi punti dove il dislivello è molto ripido e la salita va pianificata.

Attraverso l’altopiano del Tagikistan (circa 15 giugno 2024)
La strada continua su un altopiano meno coltivato e inizia a salire bruscamente.

Questo tratto sembra di origine glaciale, con una rapida ascesa da quasi livello del mare a oltre 2000 metri.


Dopo aver superato un passo montano, il percorso comincia a scendere. Il paesaggio, pur cambiando, mantiene il suo fascino unico con viste spettacolari, e incontriamo un bel lago che credo sia artificiale, coronato di alte montagne.
Il lago visto dall’alto ha il suo perché.

Ci lasciamo il lago alle spalle proseguendo verso ovest, sempre più in alto.

Nelle strette valli fluviali del Tagikistan (circa 16 giugno 2024)
Proseguendo il viaggio lungo la Pamir Highway, la strada prosegue lungo laghi sempre più piccoli e allungati, in zone mano a mano meno abitate.

Repentinamente viriamo a destra in un punto dove la strada inizia a snodarsi attraverso strette valli fluviali di montagna, situate circa qui.
La virata dal lago allungato è notevole, ammetto di averla fatta un paio di volte solo per il piacere di farlo.

La strada si snoda in valli strette senza centri abitati. Sospetto che il fiume in fondo sia torrenziale e che in certi periodi dell’anno possa essere pericoloso avventurarsi troppo in fondo valle.

Avrei potuto procedere a una quota più elevata, ma seguire il fondo valle con virate strette è stato molto divertente, nonostante qualche incidente.

Mille e una cose che si possono osare stando nel simulatore.
Da una certa area e a seguire la colorazione è cambiata improvvisamente. Non si tratta di un vero cambiamento di paesaggio, semplicemente le fotografie satellitari usate dal mio simulatore per quella zona sono state scattate in una stagione diversa rispetto a prima, si trova il fondo del fiume ghiacciato e colori più freddi.

Per viaggi simulati in zone così remote sto usando (e consiglio) una mod che consente di prendere le fotografie satellitari da Google Maps invece che da Bing, sono più aggiornate e generalmente di qualità più elevata.


Sono cambiati i colori ma non la dimensione della valle, che sale sempre più su.

Eccovi la mappa per apprezzare la montagnosità del percorso: se non sbaglio in questi screenshot sono circa al laghetto di Childara al centro di questa mappa.

La Salita Ripida e la Discesa Verso il Torrente (circa 18 giugno 2024)
Il 18 giugno, ho affrontato un tratto di strada particolarmente impegnativo, situato circa qui.

La salita è stata così ripida che ho dovuto riprovarla due o tre volte perché l’aereo si schiantava contro le montagne ai lati.

Un aereo naturalmente non può fermarsi, fare manovra e ritornare indietro, quando ci si trova in un vicolo cieco e non si riesce a salire di quota serve avere sufficiente spazio di manovra a destra o a sinistra per fare una virata. Sono considerazioni banali che tuttavia mi sorprendono spesso se non pianifico correttamente l’altitudine nei voli in montagna.
Una volta raggiunta la cima, la strada correva lungo la cresta, offrendo una vista panoramica mozzafiato sulle montagne circostanti.


La discesa dall’altra parte è stata decisamente più facile: la strada seguiva il letto di un torrente particolarmente ripido, trasformato in un percorso stradale. Sembra che abbiano rinunciato a disegnare una vera strada e abbiano messo sul letto del torrente un cartello “strada” con un po’ di bitume e abbiano deciso che, in fondo, andava già bene così.



In alcuni punti, il torrente diventava troppo pericoloso, costringendo a scavare la strada direttamente nella roccia. Sembra terreno franoso, mi chiedo se questo non sia uno dei punti più famosi di cui si vedono talvolta video e foto terrificanti sui social media, con piccoli autobus che sfidano strade sassose strette e senza parapetto.



La discesa continuava in modo ripido fino a quando il torrente non si allargava in un fiume ampio, con vasti meandri e cittadine sparse nei punti più strategici.


Al Confine tra Tagikistan e Afghanistan (circa 13 luglio 2024)
Il 13 luglio, ho raggiunto il confine tra Tagikistan e Afghanistan, in una zona montuosa dove il fiume serpeggia attraverso strette valli, situata circa qui.

Quando l’ho sorvolato, il punto finale del fiume era evidentemente abbastanza vuoto d’acqua, con colori da torrente di montagna

In questa zona di confine, ho trovato alcune cittadine di dimensioni ragionevoli, situate circa qui.
Dopo un tratto seguendo la parte finale del fiume la strada ha ricominciato a salire fino a una zona più elevata, dove le mappe di Google hanno regalato alla mia simulazione un paesaggio innevato veramente notevole.


Volando a circa 4000 metri, l’aereo ha iniziato a faticare a queste altitudini, difatti la mia scelta iniziale del Cessna 172 non si è rivelata azzeccata per queste altitudini, così come racconterò fra poco.
Sono arrivato infine a un altopiano dove non ho più trovato neve, al posto il paesaggio molto arido dava colpi d’occhio marziani, come all’inizio del viaggio, ma questa volta dalla decisa impronta di montagna.


Una caratteristica costante di tutta la autostrada del Pamir è la presenza nelle vicinanze di un corso d’acqua, o un lago di qualche tipo. Pensandoci è probabilmente naturale che percorsi storici, già usati migliaia di anni fa, in queste zone aride possono esistere solo dove i viaggiatori potevano contare almeno su una fonte d’acqua presente per la maggior parte dell’anno.



Sono atterrato finalmente nella città di Murghob, situata in una buona posizione su questo grande altipiano.
Mentre atterravo, sono rimasto colpito dall’isolamento e dalla bellezza dei paesaggi: ci sono pochissimi aeroporti e francamente mi chiedo quante persone abitino stabilmente in questa area del mondo.

Ma questa non è la sola cosa che mi ha incuriosito mentre atterravo: ho notato subito che la pista di atterraggio era stranamente bella, asfaltata e lunga, decisamente notevole per una cittadina così piccola e isolata. La totalità degli aeroporti che ho visto con piste così belle e lunghe sono realizzati per supportare il traffico di aerei di linea, ne ho quindi dedotto (erroneamente) che in questo aeroporto evidentemente arrivino aeroplani di una certa dimensione.
E così quella sera ho chiuso la simulazione, contento di essere arrivato circa a metà del tragitto della Via della Seta nel tratto del Tagikistan.
Il passo più alto (circa 16 luglio 2024)
Quando ho tentato di decollare da quella pista troppo lunga e troppo bella è stato immediatamente chiaro il motivo di così tanto investimento.
L’altitudine all’aereoporto è di circa 12000ft (3600m slm), con il Cessna 172 questa altitudine è sufficiente a dover regolare la miscela a circa il 30% del normale, altrimenti la scarsa quantità di ossigeno nell’aria non consente a tutto il carburante di bruciare. Ad altitudini più basse questo effetto si sente, ma qui siamo vicini ai limiti di progettazione del Cessna 172: quando provavo a lasciare la miscela al 100% il motore si spegneva, letteralmente.

Con così poco ossigeno bisogna ridurre il carburante, e con il carburante al 30% otteniamo (ovviamente) non più del 30% della potenza nominale del motore.
Di conseguenza per raggiungere la normale velocità di decollo serve almeno il triplo del tempo.
Quando ho provato a decollare la prima volta ero all’oscuro di tutti questi ragionamenti, che mi sono stati chiari solo in seguito. Posizionato in fondo alla pista, motore al massimo e ho provato a decollare come al solito. Arrivato alla fine della lunghissima pista non ero neppure giunto alla velocità necessaria per il decollo, ho proseguito l’accelerazione e mi sono sollevato solo quando ero ormai sul deserto roccioso oltre la pista.

Immediatamente mi sono reso conto che sarebbe stato meglio decollare nell’altra direzione, perché una volta sollevatomi mi si sono parate di fronte delle colline. Non erano colline molto alte rispetto alla piano della pista, ma il motore non ce la faceva e non prendevo velocità, quindi era impossibile prendere quota.
Sono riuscito in qualche modo (e rimbalzando su una ruota) a virare e tornare indietro sull’altopiano, in direzione della città, e sopra l’alto piano ho fatto scaletta avanti e indietro un paio di volte prima di riprendere il viaggio verso nord.
Viaggio che è ripreso in salita fino a raggiungere i fatidici 14000ft (circa 4200mt slm) che sono il limite di altitudine accessibile al Cessna 172.
Per qualche giorno ho tentato di proseguire in qualche modo, con risultati più o meno comici.



Dopo aver provato diverse miglia guidando in strada (letteralmente in mezzo al traffico veicolare della Pamir Highway), e dopo un paio di giorni di tentativi, finalmente mia moglie mi ha convinto a provare a cambiare qualcosa.

Si scavalla il punto più alto (circa 21 luglio 2024)
Finalmente deciso a cambiare qualcosa, ho cambiato aereo. Fortunatamente MSFS ha mantenuto il mio stato di avanzamento nel Bush Trip anche dopo che l’ho aggiornato per utilizzare il nuovo velivolo.

Ho scelto questo aereo che avevo già provato e mi era piaciuto in precendenti bush trip a livello del mare (credo fosse l’aereo di uno dei bush trip ufficiali in Scandinavia), e guardando le caratteristiche tecniche del Diamond DA40 si nota che regge fino ai 5000mt slm e ha in generale delle performance migliori rispetto al Cessna 172.

Con questo aereo è stato facile scavallare oltre l’agognato punto più elevato del viaggio, a 15400ft (circa 4700mt slm)


A questo punto siamo su un elevatissimo altipiano evidentemente glaciale vicino al confine con la Cina.


Si giunge infine a una parte dell’altopiano estremamente piatta ed estesa, che accoglie un grandissimo lago di montagna.

Questo è il lago Karakul, è così particolare da essere bello addirittura in foto satellitare.

Ho poi proseguito ancora oltre, verso nord e verso il Kirghizistan, attraversando un breve tratto con una colorazione molto particolare, dubito sia reale, credo si tratti di un artefatto della ricostruzione da immagini satellitari.

Una volta scavallata l’ultima fila di montagne verso nord il paesaggio cambia repentinamente, trasformandosi in quella che sembra una normale pianura a pascolo, senz’altro un po’ più fertile delle montagne aride alle spalle. Quell’ultima fila di montagne segna il confine con il Kirghizistan.

Il paesaggio un filo più verde mi suggerisce che probabilmente questo lato delle montagne riceve tutta l’acqua che non si scarica al versante sud, un po’ come accade alle alpi fra Francia e Italia, ma sto solo facendo supposizioni.

Ultimo giorno: arrivo in Kirghizistan (27 luglio 2024)
L’ultimo giorno è andato via più tranquillo. Dopo aver combattuto contro salite improvvise, altitudine eccessiva e aerei inadeguati il percorso perlopiù in discesa in Kirghizistan è stato molto rapido. Probabilmente l’aeroplano più performante ha anche aiutato.

Il percorso della tappa finale inizia montagnoso, ma più tranquillo di molte tappe precedenti.
Da subito iniziamo con un bellissimo passo di montagna, il Taldyk Pass, che mi fa venire voglia di fare un giro in moto al passo dello Stelvio.
Tempo di un quiz: quale di queste foto è Taldyk e quale Stelvio?


Da qui iniziano delle montagne che nelle foto su internet sembrano ragionevolmente verdi, tuttavia quando le ho attraversate nel simulatore dovevano essere state fotografate in un periodo di siccità, perché appare tutto in toni di giallo e marrone.

Questo bel paesaggio ancora un po’ arido diventa la porta d’ingresso a una zona montuosa che effettivamente assomiglia alle alpi in quanto a paesaggio e colori. Siamo all’altezza della piccola cittadina di Taldyk, che è stranamente distante dal passo di Taldyk di prima, e non è neppure molto popolosa. Chissà chi ha dato il nome a chi.


Più a nord il paesaggio improvvisamente si trasforma, passiamo quasi dalla Svizzera al deserto nel lasso di pochi kilometri.

Guardando il pattern netto con cui la colorazione cambia sono abbastanza certo che si tratti di un artefatto dovuto alle fotografie satellitare separate che sono state usate per la simulazione. La parte più a sud probabilmente è stata fotografata in un periodo verdeggiante, mentre la parte più a nord deve essere stata ripresa in un periodo secco.
Suppongo ci sia un momento magico dell’anno dove nel giro di 15 giorni dall’essere desertico diventa tutto un prato, probabilmente con una incredibile distesa di colline fiorite.

Questo era il tratto finale, infatti il percorso termina con qualche kilometro di città via via più fitte di abitazioni.

Atterriamo così alla grande e antichissima città di Oš, un centro abitato da oltre 300 mila persone che segna la fine del nostro lungo viaggio sulla autostrada del Pamir.
Se ti è piaciuto questo diario di viaggio virtuale lasciami nei commenti delle nuove idee per bei percorsi con tanta storia e paesaggi interessanti. Attualmente ho iniziato un nuovo bush trip lungo il Cammino di Santiago de Compostela, con partenza dalla Francia settentrionale, probabilmente farò un diario anche su quello.